Big Data

Big Data: Trump vince le elezioni americane

Big Data: Trump vince le elezioni americane

Trump ha vinto le elezioni. Sapete però cosa c’entrano i Big Data? Ci sono aziende specializzate nella raccolta e nella interpretazione dei dati digitali dal web. Ma non credevo si arrivasse a quello che vi sto per raccontare… e che Trump avesse sfruttato queste potenzialità.

Durante una conferenza, il capo economista di Google ha annunciato che, dall’analisi dei flussi del motore di ricerca, è possibile fare delle previsioni. Di cosa? Tendenze, decisioni di acquisto, intenzioni di voto e così via.
Queste informazioni digitali, insieme a quelle fornite dai social e dagli altri canali digitali, costituiscono la nuova vera ricchezza. Si chiamano “Big Data”.

Possono essere usati per capire, gestire, ma soprattutto indirizzare….
Infatti, quello che nessuno ipotizzava è che si potessero vincere le elezioni americane consultando Facebook.
Ed è ciò che è in parte realmente accaduto con l’elezione di Trump.

Capacità di influenzare oggi. Come si fa?

Finora avevamo sentito parlare dell’influenza dei mezzi d’informazione e dei media sulle preferenze degli elettori e dei cittadini. Si pensava che i mezzi di informazione fossero l’unico e più potente canale di propaganda. Ricordate? In televisione si parlava di par condicio, ovvero di tempi di esposizione paritetici per i politici, e così via. Ebbene, trattasi di roba vecchia.

Oggi si parla di “capacità di influenzare 2.0”, basata sulla Psicometria (scienza psicologica che si basa sull’analisi dei dati e che misura i caratteri psicologici dell’individuo e la sua personalità). Curiosi di saperne di più?

Il neo presidente Trump, cui l’inventiva ed il denaro non mancano di certo, ha ingaggiato una società di analisi che, basandosi sulla Psicometria avanzata, ha fatto volare il suo successo nelle recenti elezioni presidenziali. Tutto questo utilizzando i “Big Data” ed un rivoluzionario approccio alla lettura dei dati.

Big Data: ci siamo immersi fino al collo…

I Big Data rappresentano tutto quello che facciamo in campo digitale, on line e off line. Tutto ciò che lascia delle tracce digitali.
Ricerche sui motori, acquisti su internet, uso di carte di credito, like su Facebook, movimenti fisici e percorsi effettuati in compagnia del nostro cellulare, e tutto quanto si può tracciare a livello digitale.

Tutto questo è conservato in qualche banca dati o data base remoto.

Non siamo clienti dei social…ma la merce!
La merce che essi vendono ai propri clienti, agli advertisers, agli inserzionisti.
E tutte le nostre azioni, i like, le foto, le reazioni e tutto quanto costituiscono merce preziosa e remunerativa!!
Davvero pensavate che fosse tutto gratuito?

…Basta saperlo tirare fuori.

Ognuno di noi, anche se non se ne rende conto, può già verificarlo quando ad esempio naviga sul web e riceve selettive proposte di vendita di un prodotto che magari ha ricercato o ha consultato giorni prima.
Le aziende multinazionali, e ora anche le Banche, le chiamano “campagne comportamentali“, basate sull’offerta di un prodotto a seguito di comportamenti tenuti sul web.

E capite che sono indagini, e relative campagne, mirate, per non dire infallibili. Ad esempio, se mi informo sui prestiti riceverò una mail o un banner che mi propone l’offerta di un prestito; se consulto un libro, mi verrà proposto in vendita, insieme a molti altri dello stesso genere letterario, e così via.

Credo che tutti siamo immersi in questo fenomeno e che un’esperienza simile ci sia qualche volta capitata.
Ma non ci si ferma ad un approccio di marketing sui prodotti. Si va oltre cercando di interpretare psicologicamente il soggetto, rivelandone gli aspetti più profondi del comportamento.

OCEAN: una tecnica raffinata

Attraverso la Psicometria (o psicografia) si elabora un profilo psicologico analitico. La tecnica usata si chiama OCEAN e attraverso di essa si può tracciare un preciso profilo caratteriale e valutativo delle persone, comprendendo i suoi timori, i suoi bisogni ed i suoi comportamenti.

OCEAN è un acronimo (openness, coscentiousness, extraversion, agreeableness, neuroticism). Nella nostra lingua sono: apertura mentale, coscienziosità, socievolezza, amicalità, stabilità emotiva.

I Big Data forniscono tutte queste informazioni caratteriali.

Invece che essere raccolti direttamente dalle persone, sono estrapolati dai social, da Facebook e da internet.

L’ideatore di tutto ciò, lo psicologo e ricercatore polacco Kosinski, effettuò una ricerca su migliaia di persone, con migliaia di questionari i cui tracciati venivano paragonati ai dati ed alle preferenze manifestate dagli stessi soggetti su internet, Facebook, ecc. E ci si accorse che i profili erano alquanto efficaci. Fondamentale fu l’osservazione dei “like” su Facebook con cui venne data la riprova dell’efficacia di questa tecnica.

Dopo anni di studi e di affinamento, Kosinski affermava che attraverso l’esame dei “like” di una persona su Facebook era possibile stabilire i suoi tratti fisici e caratteriali (il colore della pelle, l’orientamento sessuale, l’indirizzo politico, il quoziente intellettivo, la propensione ai vizi e vari dati sull’infanzia).

I nostri smartphone sono i più grandi diffusori della nostra psicologia, anche quando non siamo collegati.

Quindi – attenzione! – dai nostri dati si può tracciare un accurato profilo psicologico.
Possiamo essere catalogati come ansiosi, estroversi, indecisi politicamente, e così via.


Già alcune società di selezione del personale stanno per avvalersi della Psicometria, in modo da poter analizzare i candidati ancor prima  che si presentino al colloquio di lavoro.

Se questo potente sistema interpretativo è stato utilizzato con successo da Trump per vincere le elezioni, immaginiamone gli sviluppi se applicato in altri settori strategici.

Ci fa capire quanti pericoli corriamo lasciando in giro le nostre tracce digitali…….che da oggi sono vere e proprie tracce della nostra personalità più profonda.

Forse è arrivato il momento di REGOLAMENTARE!

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