tasse srl
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Tasse SRL

Parleremo di Tasse Srl e Tasse Srls ossia di tassazione per le due principali società di capitali a responsabilità limitata, quelle più usate nel nostro paese.

Vediamo in concreto quante tasse paga una srl in Italia e se conviene aprirne una per esercitare una attività commerciale o professionale.

Costi, rischi, incombenze, convenienza?

E’ noto a tutti che nel nostro paese abbiamo una tassazione elevata e un sistema tributario complesso e contorto. Cosa che fa scappare molti imprenditori dal nostro paese.

Riuscirà lo Stato prima o poi a capire che solo agevolando ed incentivando le imprese può arrivare ad incassare più gettito fiscale?

MI rifaccio ai nostri precedenti articoli in tema di società con la Guida sulle forme societarie, i vari di Tipi di società operanti nel nostro paese e riguardo agli oggetti sociali da scegliere quando si apre una società: Scelta dell’oggetto sociale.

Questi articoli, molto cliccati sul web, richiedevano (anche per sollecitazione di molti lettori) un approfondimento sulla tassazione società di capitali, sulle tasse srl e sulla tassazione utili srl e tassazione dividendi srl.

Abbiamo realizzato uno schema preciso dei costi di costituzione srl e dei costi di gestione annuale di una società a responsabilità limitata.

Non è facile orientarsi praticamente sulla convenienza di aprire una società e soprattutto se convenga utilizzare un veicolo societario piuttosto che fatturare in capo a una ditta individuale o ad una persona fisica oppure emigrare direttamente all’estero utilizzando una tassazione più favorevole.

Italia, il paese più assetato…

Su quest’ultimo punto è chiaro che parliamo dell’Italia che è uno dei paesi più cari, più esosi, più complicati, più burocraticamente insopportabili tra tutti i paesi industrializzati. Dove il fisco ti considera sempre un delinquente e non ha un atteggiamento collaborativo e costruttivo come in altre Nazioni.

Le imprese e le partite IVA non sono apparati produttivi di lavoro e di ricchezza nazionale, ma presunti evasori fiscali, vacche da mungere per alimentare la macchina elefantiaca di spese che si chiama Stato. Questo perlomeno, si dice, sia l’atteggiamento del Fisco nel nostro paese.

Esistono oggi Nazioni dove le tasse sono minime o comunque hanno una soglia accettabile, attestandosi intorno 15/20%.

Da noi la situazione è molto diversa, ma costituire e mantenere una società estera operando in Italia non solo è complicato, ma non è neanche per legge consentito (reato di esterovestizione). E’ ammesso in particolari casi e comunque pagando la tassazione dovuta anche in Italia. Questo argomento è oggetto di un prossimo articolo dove tratteremo la fiscalità di diversi paesi esteri e analizzeremo i motivi della costante migrazione fiscale degli imprenditori italiani.

Comunque, andiamo a vedere le imposte srl e le relative tasse srl tasse srls tasse varie ed eventuali sulle società.

Abbiamo visto nei precedenti articoli che la società a responsabilità limitata può avere due forme: SRL ordinaria o SRL semplificata.

Faremo un uno specchietto dei costi per entrambe, la cui convenienza dipende sicuramente dagli sviluppi futuri della società e dal numero degli eventuali soci, nonchè dalla futura intenzione di acquisire partecipazioni o cedere quote sociali. Ma su questo troverai una comparazione tra le due forme, nella nostra Guida sulle forme societarie.

Tasse Srl: tassazione di una società a responsabilità limitata

Vediamo in dettaglio i costi e le modalità di apertura di una società SRL (Tassazione Srl e tassazione srls)

Per aprire un Srl, sono necessari:

  • Un atto costitutivo e statuto, redatto tramite un notaio o un commercialista (normalmente).
  • Versamento del capitale sociale (di una parte, non tutto).
  • Aprire la partita IVA
  • Attivare una PEC intestata alla società
  • Iscrivere la società presso il Registro delle Imprese
  • Iscriverla all’INPS e all’INAIL

Quanto costa tutto questo e quali sono esattamente costi e tasse società Srl?

COSTO APERTURASRL SemplificataSRL ordinaria
Spese del Notaio per atto costitutivo0da € 1.500 a € 2.500
Iscrizione al registro delle imprese€ 200€ 200
Diritti di segreteria + imposta di bollo0€ 155
Imposta di registro€ 200€ 200
Tasse di concessione governativa per vidimazione libro giornale€ 310,00€ 310,00
Capitale sociale minimo€ 1€ 10.000 ** (non più, è libero)
Denuncia inizio attività€ 50€ 50
INPS€ 3.188 per ogni socio amministratore€ 3.188 per ogni socio amministratore
INAILvariavaria
Apertura PEC€ 5€ 5
TOTALE COSTI COSTITUZIONE € 3.950 DA € 5.600 A 6.600
   **Il capitale sociale minimo per qualsiasi tipologia di società a responsabilità limitata (ordinaria, startup innovativa oppure semplificata) è di 1 euro, non più di 10.000 euro come in precedenza.
 COSTO DI GESTIONE   
Tassa annuale CCIAA €100 €100
Deposito bilancio€ 200€ 200
Costo commercialista annuale€ 2.400€ 2.400
TOTALE COSTI GESTIONE €2.700 € 2.700

Questo simulatore tasse srl 2022 dovrebbe darci un quadro sulle varie spese di apertura e di gestione.

Una società costa sia al momento della costituzione, sia nel caso di chiusura (liquidazione) ma soprattutto costa per la gestione.

La gestione contabile della società

Intendo la tenuta della contabilità presso un professionista abilitato (ragioniere iscritto all’albo o dottore commercialista).

E qui faccio subito una serie di considerazioni.

Scegliere un buon commercialista è una delle cose più difficili che vi troverete ad affrontare, parola di uno che lavora con i commercialisti da oltre trent’anni.

Nella mia vita lavorativa in banca infatti ho avuto a che fare con centinaia di professionisti, ragionieri, commercialisti, tenutari di contabilità, eccetera eccetera, e vi confesso che non nutro una grande considerazione della categoria.

A fronte di pochissimi professionisti scrupolosi e aggiornati, vi sono tantissimi che lavorano con leggerezza ed improvvisazione, causando seri danni ai loro clienti.

Soltanto che i problemi vengono fuori dopo 4/5 anni, tale è il periodo che intercorre normalmente per gli accertamenti del fisco.

Ne ho viste veramente tante di problematiche causate dall’incapacità o dalla disattenzione di questi professionisti.

L’importanza del commercialista

Cosa succede nella realtà?

Accade che ti affidi ad un noto studio, conosciuto, blasonato.

In questi studi commercialisti spesso si demanda ad impiegati praticanti la tenuta della contabilità, specialmente delle società più piccole.

Magari paghi un commercialista di grido ma la contabilità viene tenuta effettivamente da un praticante alle prime armi, con la supervisione del commercialista (che però non ha mai tempo e spesso neanche controlla).

Più è grande lo studio più questo problema si verifica.

La mia idea di commercialista, che mi ha spinto ad andare fuori della mia regione per trovarne uno veramente capace e di mio gradimento, è questa:

-il professionista deve essere sempre disponibile ai miei quesiti, deve avere sempre sotto controllo la mia situazione fiscale, deve consigliarmi costantemente su come risparmiare con il fisco, deve aggiornarsi costantemente sulle tantissime nuove normative, agevolazioni, opportunità che si creano dal punto di vista fiscale.

E non deve essere avido di clienti e di lavoro altrimenti si comporterà come il ristoratore che continua ad accettare clienti aumentando i tavoli, avendo una cucina che ne può servire solamente pochi, creando attese e disservizi.

Rapporto collaborativo e pianificazione fiscale

Proprio quest’ultimo passaggio è importante poiché ho notato che i commercialisti, una volta acquisita la tua contabilità, non sono loro che ti sollecitano a fare le cose ma devi essere tu a pregarli di farle.

Ecco perché è fondamentale avere un commercialista disponibile, introdotto, e pronto a utilizzare le ultime normative e che sia proattivo.

Un buon commercialista ti indicherà i vari strumenti che ti permettono di far “uscire” i soldi dalla Srl senza dover dividere gli utili e pagare troppe tasse. Ecco perché è importante che tu e il commercialista attuiate una accurata pianificazione fiscale.

In questo modo potrai spendere i soldi che la tua Srl produce senza dover dividere necessariamente gli utili tra i soci e regalare i soldi (immeritati) allo Stato italiano.

Riguardo la categoria dei commercialisti non posso che augurarti buona fortuna.

Costi di gestione annuale di una Srl

Per mantenere una SRL SRLS non c’è alcuna differenza di costi.

Il costo annuale del commercialista è una voce ricorrente da mettere in preventivo e si aggira dai 150/200 euro mese a cifre più alte se la società richiede una complessa tenuta della contabilità, che significa molte fatture in entrata o in uscita e molte scritture da fare oltre ad incombenze varie.

Negli studi internazionali la contabilità viene calcolata ad ore di lavoro e fatturata di conseguenza, mentre nel nostro paese generalmente si paga un canone mensile forfettario.

A questi costi spesso si deve aggiungere una spesa extra per la redazione del bilancio se è abbastanza complesso.

Il rapporto con le banche

Tornando al discorso di prima non ci si rende conto di quante storie societarie, bancariamente parlando, sono finite male proprio per la responsabilità o per la irresponsabilità del commercialista.

Qui apro una parentesi: se hai una società probabilmente ti rivolgerai prima o dopo in banca per ottenere un finanziamento, un fido bancario, un prestito, un leasing per comprare delle attrezzature.

In questo caso, quello che avrà fatto il tuo commercialista sarà determinante. Innanzitutto, in banca vogliamo vedere soltanto società che siano in utile, preferibilmente per gli ultimi 3 esercizi.

Come saprete, i bilanci delle società vengono riclassificati dalla banca e vengono sottoposti ad algoritmi di valutazione, con assegnazione di un rating.

Le società in perdita hanno un rating negativo che influenza sfavorevolmente la possibilità di ottenere la concessione di un affidamento.

Quindi, direi che una prima discriminante per scegliere il commercialista è che questo sia disponibile e attivo per trovare tutti i sistemi contabili e fiscali possibili per mandare la mia società in utile, e non si limiti a riportare passivamente quello che esce fuori dalla gestione e dal saldo delle fatture.

Bilancio bancabile e società in utile

Come sapete il bilancio è una costruzione contabile e la bravura del commercialista è fondamentale per appostare le voci in modo che il bilancio sia “bancabile” (termine orribile ma che rende l’idea).

Questo va chiesto assolutamente al commercialista: lavorare sui numeri e sulle normative per mandare la società in utile e ottenere un risultato positivo. E questo non può essere fatto a fine anno, ma deve essere accompagnato durante la gestione dell’annualità, per indirizzare l’operato degli amministratori verso un utile positivo, con consigli, correttivi, suggerimenti, ecc.

Neppure è accettabile il fatto che un commercialista, come mi è più volte capitato di vedere, si dimentichi di redigere il bilancio o lo faccia con ritardo.

Questo, lo ripeto ancora una volta, inficia la possibilità di essere guardato favorevolmente da una banca.

Il mio commercialista è fondamentale

Chiudo con questo discorso dicendo che tra le decine di amici e di clienti (anche studi molto importanti) che fanno i commercialisti, che magari mi avrebbero riservato un trattamento economico di favore, ho scelto un commercialista di provincia a cui pago pienamente le spese.

Non lo conoscevo e non avevo mai rapporti di lavoro, ma l’avevo visto all’opera nel consigliare e nel tenere la contabilità di una mia cara amica, in modo efficiente, ineccepibile, creativo e quindi determinante per le sorti fiscali del contribuente.

Un buon commercialista vale il nostro successo o il nostro insuccesso e può determinare un ingente risparmio o può esporci a problemi col fisco e al pagamento di multe salate.

Alcuni, a causa del commercialista, hanno avuto perfino guai con la giustizia.

I costi di un buon professionista

Ricapitolando, un costo medio di tenuta contabilità è intorno ai 2.400 € all’anno più eventuali altri interventi consulenziali. Se il volume di affari aumenterà, come tutti ci auguriamo, aumenteranno anche i costi di tenuta della contabilità ma a quel punto saremo contenti di pagare di più.

Altro costo che incide parecchio è quello del pagamento dell’Inps che è obbligatorio.

costi dell’INPS si possono pagare in quattro rate a partire da maggio e variano a seconda della posizione e del numero di soci e amministratori. Anche in questo caso è fondamentale una buona consulenza per evitare di pagare doppi contributi ed ottimizzare questi versamenti.

Srl tassazione e tasse su utili Srl

Facciamo un esempio di tasse Srl ipotizzando un fatturato di una piccola società che abbia realizzato un utile di 10.000 euro l’anno, dovrà versare queste tasse:

  • 24% di IRES che su 10.000 sono 2.400 €
  • 3,9% (circa) di IRAP, che su 10.000 sono 390 €

Nella SRL c’è un socio amministratore che dovrà versare i contributi INPS.

Conviene aprire una Srl?

Se hai una attività che fattura, direi proprio di sì.

Al di là dei costi di mantenere una società, una corretta pianificazione fiscale e i suggerimenti di un buon commercialista possono farti risparmiare un sacco di soldi e possono addirittura agevolare le tue spese giocando su deduzioni, detrazioni, utili da mantenere in azienda, ecc.

Il primo fattore di convenienza in una Srl è comunque quello della responsabilità limitata. Ciò vuol dire che sarà la società stessa con il proprio patrimonio a rispondere alle obbligazioni e a vedersela con i creditori. Inoltre, a differenza delle altre società, il capitale da investire sarà suddiviso in quote tra i vari soci.

Pagare meno tasse con la Srl è possibile?

Certamente, proprio per i motivi spiegati prima, mentre Il vantaggio fiscale nell’apertura di una Srl si nota nel lungo periodo con una corretta pianificazione fiscale. Giocando con la tassazione utili società di capitali, si può mitigare il carico fiscale.

Tassazione distribuzione utili Srl

Per quanto riguarda gli utili, le imposte da pagare saranno solo quelle sugli utili e sui dividendi Srl effettivamente distribuiti e non si pagheranno su quelli rimasti in azienda. Questo è molto importante: finchè non ritiri denaro dalla società, non paghi.

A quanto ammontano le tasse srl?

Esse dipendono da come ti muoverai, con l’ausilio del tuo commercialista. Utilizzando la detraibilità e la deducibillità dei costi che la legge ti permette.

Il bilancio della tua società è formato da uno Stato patrimoniale (attivi e passivi aziendali) e da un conto economico (costi e ricavi).

Detraendo dai ricavi i costi otteniamo l’utile. E paghi le tasse Srl se ritiri o distribuisci l’utile.

Tutto qui, per semplificare.

Il gioco tra costi e ricavi determina il risultato della partita. Premesso di non andare mai in perdita, sarà in questo gioco che il tuo commercialista ti dovrà supportare e consigliare.

contributi INPS ad esempio sono spese deducibili. E quindi al reddito complessivo della società, dovranno essere dedotti i contributi INPS pagati. Questa spesa fa abbassare il reddito imponibile.

Tasse srl: costi deducibili e non deducibili

Sulle tasse da pagare con una SRL, incidono molto le spese sostenute durante l’anno solare. Ogni spesa (consentita) si può portare in detrazione o deduzione. Mentre all’estero spesso è consentito di portare in deduzione tutte le spese sostenute, in Italia su alcune voci, le più ricorrenti, vengono poste delle limitazioni.

E’ il caso delle autovetture, dove si può detrarre solo il 20% sul costo (limitato peraltro) e il 40% dell’iva pagata. Salvo che l’autovettura sia necessaria allo svolgimento dell’attività (es. azienda trasporti, aziende di consegne, ecc.).

Le tasse srl si dividono in due categorie: quelle sul reddito d’impresa e quelle sul reddito dei soci.

  • L’imposta srl principale è l’IRES che oggi è pari al 24% sull’utile lordo.
  • Poi c’è l’IRAP che si riferisce al reddito dell’impresa ed è l’imposta regionale sulle attività produttive pari al 3,5% (ma può variare in base alle Regioni), con aliquote differenti a seconda del settore dell’attività. Si applica alla differenza tra ricavi e costi di produzione.

Ma come funziona la tassazione degli utili?

La tassazione degli utili distribuiti ai soci funziona così:

  • Se la partecipazione è non qualificata, per un importo inferiore a 25%, si applica un’imposta sostitutiva del 26%.
  • Se la partecipazione è qualificata e quindi superiore al 25%, il dividendo sconta lo stesso una tassazione al 26%, la normativa è stata mitigata in senso più favorevole laddove prima si uniformava agli scaglioni Irpef pagati dal socio per i redditi personali.
  • L’Agenzia delle Entrate emana norme transitorie e deroghe ai normali regimi in vigore e talvolta non è facile districarsi tra le tante complicazioni del Fisco italiano. Diciamo che senza un commercialista “sempre aggiornato” non si riesce a stare dietro al mutare delle norme, che talvolta sono emanate con semplici circolari e non con vere norme di legge.
  • ***Il regime pre-vigente prevedeva che le partecipazioni qualificate pagassero le imposte sui dividendi in base ai normali scaglioni, andando a sommarsi agli altri redditi, ma solo per il 58,14%. Se avveniva una divisione degli utili tra i soci era necessario che ognuno pagasse la sua aliquota IRPEF, l’imposta sul reddito delle persone fisiche. In allegato una facile tabella con le aliquote IRPEF in vigore oggi in Italia, utili per ogni evenienza (ma non per la nuova normativa sulla distribuzione degli utili):

Scaglioni IRPEF

ScaglioneReddito (€)Aliquota
0 – 15.00023%
15.001 – 28.00027%
28.001 – 55.00038%
55.001 – 75.00041%
oltre 75.00043%

Una pianificazione fiscale che abbia valutato l’opportunità di una divisione degli utili oppure di lasciarli in azienda e reinvestirli, farà la differenza e consentirà di pagare meno tasse, ma non è un calcolo semplice e richiede preferibilmente l’assistenza di un buon commercialista-fiscalista.

 

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