Segnalazioni operazioni criptovalute

Segnalazioni operazioni criptovalute

Segnalazioni operazioni criptovalute possono essere effettuate dalle banche agli organi di vigilanza, se ritenute sospette. Così come avviene per le altre operazioni sospette che vengono normalmente segnalate.

Quali transazioni vengono considerate?

Parliamo sia dei bonifici “verso e provenienti dagli” Exchange sui quali si effettuano le compravendite, sia per le transazioni effettuate tra privati, se passano per la banca.

Prima di procedere è fondamentale farsi una idea generale di come avviene la segnalazione di una operazione sospetta in banca. Dunque, ti conviene leggere preventivamente questo approfondimento: segnalazione di operazioni sospette.

Cosa porta alle segnalazioni operazioni criptovalute

La segnalazione è discrezionale e deve contenere elementi di fondato sospetto riguardo temi di evasione fiscale, riciclaggio di denaro, esportazione di valuta, trasferimenti ed operazioni in contanti, ma anche semplici trasferimenti di importi tra privati.

Ma non è così semplice, lineare ed intuitivo. Tutta la materia è discrezionale. Troppo discrezionale.

Siamo solo alle soglie del boom mediatico sulle criptovalute, ciò vuol dire che la maggioranza della popolazione ignora il fenomeno o ne ha sentito parlare di sfuggita.

Nelle banche avviene la stessa cosa.

C’è molta ignoranza sul fenomeno e questo avviene sia a livello di dipendenti (operatori di sportello e responsabili di agenzia) che a livelli molto più alti del management. Lo abbiamo personalmente sperimentato.

Molti lettori mi chiedono se esiste il rischio concreto di essere segnalati per aver compiuto una operazione in criptovalute.

La mia risposta è positiva, ma il rischio è concreto anche per tutte le altre tipologie di operazioni che facciamo in banca.

Vale quello che possiamo dire in generale per tutte le operazioni bancarie. Abbiamo spiegato i meccanismi nell’articolo linkato prima (Segnalazioni di operazioni sospette nelle banche).

Segnalazioni operazioni criptovalute

Tornando ai bitcoin e alle altre criptovalute spesso gli Exchange su cui avvengono le transazioni (tranne pochissimi) sono allocati in nazioni estere, dove il fisco ed i controlli sono più blandi.

Si tratta pur sempre di un settore non regolamentato e demandato ad una contrattazione privata.

Pertanto il rischio di essere segnalati esiste, ma non è scontato. Dipende dalla controparte.

Nell’ignoranza generale del fenomeno delle criptovalute, i movimenti di denaro verso l’estero o provenienti dall’estero, potrebbero essere male interpretati da chi è addetto alla segnalazione di operazioni sospette.

“Nel dubbio segnala!”

In banca l’ho sentito molte volte…e potete stare certi che molti osservano questa indicazione.

Tra gli operatori c’è molto timore di sbagliare e di incorrere in sanzioni che sono sia penali che disciplinari.

Importante osservare la precauzione di indicare sempre la corretta causale con cui i soldi vanno e vengono dagli Exchange per le transazioni in criptovalute. Non lasciate mai causali in bianco o troppo generiche, potrebbero generare sospetto.

Basta un minimo di sospetto, spesso non serve che sia fondato, per venire segnalati.

Sappiate dunque che la materia delle segnalazioni di operazioni sospette bancarie è tra le più controverse e discrezionali e può differenziarsi notevolmente da operatore ad operatore.

Le regole e le norme sull’antiriciclaggio sono alquanto frammentate e, come spesso avviene nel nostro paese, soggette a una libera interpretazione.

Gli uffici antiriciclaggio stanno addosso ai dipendenti bancari spingendoli spesso a segnalare operazioni del tutto innocenti, come in una vera caccia alle streghe.

Quindi facciamo attenzione anche perchè le operazioni poste in essere oggi, non è detto che non vengano contestate domani qualora dovesse intervenire una normativa sulle criptovalute che oggi è assente nel nostro paese.

Non sarebbe la prima volta che norme retroattive possano colpire l’ignaro cittadino.

In Italia abbiamo visto nel passato ogni tipo di vessazione legislativa e fiscale.

Come evitare il controllo diretto della banca:

-operare con altri strumenti diversi dal bonifico che non passino al vaglio diretto degli operatori, anche se comunque rimangono registrati agli atti, a futura memoria.

Le criptovalute oltretutto si acquistano con denaro che parte dal proprio conto corrente, come richiedono i principali Exchange.

Si possono in alternativa usare le carte di credito, paypal, le carte prepagate…e ogni altro mezzo disponibile.

Qui non c’è l’intervento diretto di una persona, responsabile penalmente e disciplinarmente, che può decidere di segnalare o non segnalare l’operazione agli organi competenti.

Tutto è gestito tramite un controllo algoritmico e meno rigido. Inoltre le transazioni non saranno visibili sul conto corrente. Lo so, per grossi importi non va bene e ci sono elevate commissioni, ma purtroppo se si opera con bonifici bancari, non si sfugge alla normativa sulle segnalazioni di operazioni sospette. E abbiamo visto cosa può succedere…

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