Perché investire in bitcoin
Perché investire in bitcoin? Quali sono le vere ragioni che potrebbero spingerti a entrare nel mercato delle criptovalute? E, soprattutto, è davvero consigliabile farlo?
Il bitcoin, per sua natura, è difficilmente da classificabile e può essere oggetto sia di speculazione che di accumulo. Ed è su quest’ultimo aspetto che si sono focalizzati molti operatori, su quello del bene rifugio, dell’investimento a lungo termine.
Il trading sul bitcoin è rischioso, date le elevate oscillazioni, ma con un po’ di esperienza, può essere molto fruttuoso.
Perché investire in bitcoin
Innanzitutto tracciamo il perimetro del fenomeno: chi ha inventato il bitcoin? Chi ha inteso creare una cryptovaluta che:
- avesse una durata di emissione in un periodo ben preciso dal 2009 al 2140;
- fosse limitato ad un importo complessivo di 21.000.000 di bitcoin;
- si autodeterminasse sia nell’emissione (mining) che nel signoraggio (il miner che riesce a effettuare il processo di validazione dei blocchi, percepisce una ricompensa in bitcoins);
- non fosse assoggettabile ad alcuna Autorità pubblica o statale;
- si basasse sulla legge domanda/offerta, e non avesse limiti;
- il prezzo e il cambio con altre monete (es. Euro o Dollaro), non è fissato da alcuna Banca Centrale.
Si autodetermina sul mercato in base alla domanda e all’offerta ed è il risultato di libera contrattazione.
Ad oggi (inizio 2018), più dei due terzi di bitcoin sono stati emessi.
Le quotazioni continuano a oscillare vertiginosamente e la consapevolezza del rischio è diffusa. Il grande pubblico non è ancora stato raggiunto, ma l’impatto è imminente. Alla luce di queste considerazioni, emergono 2 fattori importanti:
Pro:
-è un bene limitato
-la domanda è in forte crescita, salvo i momenti di mercato in flessione
-è considerato un bene rifugio
Contro:
-non ci sono normative organiche che lo regolino. Ogni Stato fa da sé, in attesa di sviluppi
-tocca direttamente gli interessi di chi gestisce la finanza e delle Autorità monetarie
-la tecnologia dovrà rinnovarsi fino al 2140 (mancano 123 anni…)
-per ora è sicura (ma in futuro cosa succederà?)
-è sensibile a problemi di fiducia ed emozionali (con grande volatilità)
-può divenire, in alcune fasi, illiquido
Chi ha investito, finora ha sempre guadagnato enormemente, se ha aspettato.
È lecito pensare che quando il fenomeno arriverà alle masse, i prezzi saliranno ancora (si dice che pochissimi sappiano veramente rispondere ad una domanda sul bitcoin – anche nel mondo bancario e finanziario…l’ignoranza impera!!)
Come al solito c’è chi paragona il fenomeno bitcoin all’oro, e chi ai tulipani olandesi.
Ossia il meglio ed il peggio.
Questo fa capire che il rischio esiste, ma forse visti i vantaggi, vale la pena entrare, aspettando il prezzo giusto nei momenti di flessione, in una ottica da cassettista.
Ognuno sia però consapevole che c’è rischio dell’incognito e che si può perdere.
Si investa ciò che ognuno può permettersi di perdere e solo quello.
Ma sappiamo già che non sarà così
Quando, e ci siamo vicini nel 2017, il grande pubblico e le masse assetate di affari e di facili guadagni si avvicinerà stabilmente al bitcoin, ci sarà rischio di bolle e di eccesso di domanda.
Come fu per internet e per le start up digitali.
Basta saperlo, e regolarsi in base alle proprie attitudini ed al proprio profilo di rischio.
Approfondendo la conoscenza del fenomeno cryptovalute e non fidandosi del sentito dire.
Le caratteristiche positive, ad oggi, ci sembra superino di gran lunga quelle negative.
Ma questo è un giudizio puramente soggettivo…