Non performing loans

Non Performing Loans

Non Performing Loans (NPL)

Il tema “sofferenza banche” è molto attuale, visti gli effetti della crisi economica sul default di imprese ed aziende.

Gli NPL (non performing loans) sono i crediti deteriorati o crediti in sofferenza delle banche. Quei crediti che le banche hanno contratto verso aziende o privati cittadini, che non rientreranno alle scadenze previste o che non saranno rimborsati.

Crediti che comunque verranno messi a perdite.

Crediti che in bilancio vanno classificati in un determinato modo e che non è più possibile occultare sotto altre categorie.

Cosa avviene nelle banche

Spesso le banche tengono in pancia, per non incidere sul bilancio, che come sappiamo è la vetrina di presentazione di un istituto di credito, i crediti che già sanno essere in sofferenza.

Li mettono tra le voci di “incagli”, “crediti deteriorati”, “crediti sconfinati”, e così via.

Ad ogni classificazione corrisponde un accantonamento da fare sul bilancio che va ad inficiare il risultato finale.

Per questo, per anni, prima dell’ingresso di regole rigide imposte dalle normative europee, le banche “tenevano negli armadi”, con classificazioni misteriose, le loro perdite determinate dai crediti in sofferenza.

Ora questo fenomeno è difficile da attuare, c’è una vigilanza degli organi regolatori.

Le banche scorporano dal bilancio gli NPL, queste poste in perdita, per conferirle a società di recupero dette “bad bank” o a società specializzate nei recuperi.

Vengono solitamente ceduti “a stralcio” e cioè ad un valore di realizzo molto più basso di quello reale.

Esempio: un credito di 200.000 euro può essere ceduto a 40.000 euro (il 20% del suo iniziale valore).

Si ipotizza che in Italia si abbiano NPL per circa 350 miliardi di euro (ma queste sono cifre ufficiali ben distanti da quella che solitamente è la realtà).

I bilanci sono trasparenti?

Queste poste deteriorate vengono nascoste tra i crediti esigibili (cioè ancora riscuotibili) per offrire una immagine di solidità che spesso non corrisponde alla realtà dei fatti.

Lo abbiamo visto in tutti i casi di fallimento o default delle banche del sistema italiano.

Interpretare con certezza e chiarezza i bilanci delle banche su questo tema è alquanto difficile ed aleatorio.

Bisognerebbe entrare dentro le singole pratiche di affidamento per capire veramente quale sia lo stato ed il grado di solvibilità del debitore.

Un fenomeno frequente nelle banche è quello di mantenere una rigidità nei confronti dei debitori fino al trasferimento dello stato di credito deteriorato allo stato di sofferenza.

Un momento prima si rifiutano sconti sul debito, un momento dopo si stralcia cedendo il credito magari al 20% del suo valore ad una società terza.

Sono le logiche degli NPL che tanti soldi stanno producendo alle società specializzate nel recupero crediti.

Società che spesso vengono create con collegamenti a dir poco dubbi con lo stesso management delle banche.

La banca perde…qualcuno ci guadagna…

Ma le banche ragionano con logiche del tutto particolari: “ad esercizio”.

Se ci sono i presupposti (utili consistenti) mandano a perdite le poste che danneggiano i dati di bilancio, senza curarsi delle perdite effettive e di arrecare danni o vantaggi ai debitori.

È un discorso complesso ma spesso difficilmente comprensibile nelle logiche, proprio di tutte le aziende bancarie.

Vedi guida sulle banche ed i fallimenti bancari

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