Salvare le banche ci conviene

Fallimento Banche

Fallimento banche ancora in risalto con i casi di Credit Suisse e Silicon Valley Bank.

Negli ultimi decenni, il mondo bancario ha assistito a numerosissimi fallimenti e acquisizioni che hanno segnato un cambiamento significativo e continuo nel settore. Gli ultimi casi, più eclatanti del solito, ci parlano di fallimenti di banche inaspettati o che comunque coinvolgono colossi bancari internazionali.

La prima paura per tutti è il rischio di contagio, come avvenne nel 2008. E, come in quel caso, tutti dicono che il sistema è sicuro, che non ci sono pericoli, bla, bla, bla. D’altra parte, cos’altro potrebbero dire per non allarmare i cittadini?

Il problema vero è che nessuno può sapere o prevedere le conseguenze di un tale terremoto finanziario, visto che le banche sono tra loro collegate attraverso legami finanziari, titoli, derivati, eccetera.

In questo articolo, esploreremo tre situazioni emblematiche, veramente incredibili, che riguardano:

il fallimento di Credit Suisse e l’acquisto da parte di UBS, il collasso della Silicon Valley Bank e le motivazioni che stanno dietro il salvataggio delle banche italiane ed internazionali. Analizzeremo le cause e le conseguenze di questi eventi, e discuteremo delle opportunità e delle sfide che derivano per tutto il settore finanziario.

Fallimento banche: Credit Suisse

Credit Suisse, da sempre una delle più grandi banche svizzere, ha subito un collasso finanziario senza precedenti a causa di una serie di cattive decisioni e vari scandali. Ancora una volta è evidente la responsabilità dei manager che la hanno gestita. L’istituto ha accumulato ingenti perdite derivanti dall’esposizione a titoli ad alto rischio e dall’insolvenza di alcuni dei suoi clienti più importanti.

Sia i derivati e i titoli ad alto rischio, sia gli affidamenti a clienti insolventi, sono opera di un management incapace e forse corrotto. E dire che siamo in Svizzera.

Di fronte a questa situazione, UBS, un’altra grande banca (Unione delle Banche Svizzere), ha colto l’occasione per acquisire Credit Suisse, sfruttando l’opportunità di espandere la propria presenza sul mercato e rafforzare la propria posizione nel settore bancario globale. Ha ottenuto 100 miliardi liquidità dalla banca centrale per far fronte a eventuali perdite di Credit Suisse. Ancora una volta l’onere del fallimento viene assorbito centralmente e graverà probabilmente sulla comunità.

L’acquisto di Credit Suisse da parte di UBS ha dimostrato come le istituzioni finanziarie possano trarre vantaggio dalle difficoltà altrui, trasformando una situazione di crisi in un’opportunità di crescita. Tuttavia, l’operazione ha anche sollevato preoccupazioni riguardo alla eccessiva concentrazione del potere bancario e al rischio sistemico che ne potrebbe derivare.

Fallimento banche: la Silicon Valley Bank

La Silicon Valley Bank, un istituto finanziario statunitense focalizzato sul finanziamento di startup tecnologiche, divenuta la banca delle aziende tecnologiche e del venture capital americano, concentrata in una area geografica limitata,  ha subito un drammatico fallimento a seguito di una serie di investimenti errati e di una gestione imprudente del rischio.

La crisi ha messo in luce le difficoltà che le banche specializzate possono incontrare nel gestire adeguatamente i rischi e ha sollevato domande sulla sostenibilità di un modello di business basato esclusivamente su un settore rischioso come quello delle startup tecnologiche.

Il caso della Silicon Valley Bank ha evidenziato l’importanza di una gestione prudente del rischio e di una diversificazione degli investimenti per le banche, sia di settore che di territorio, al fine di evitare esposizioni eccessive a settori volatili e garantire una maggiore stabilità finanziaria.

Inoltre, il fallimento della banca ha sottolineato la necessità di una vigilanza e una regolamentazione più rigorose nel settore bancario per prevenire crisi simili in futuro. La crisi del 2008 evidentemente è stata dimenticata dagli organi statunitensi, sempre in avanti su nuovo sviluppo e su nuova crescita.

Questo evento ha fatto meditare tutto il mondo sui rischi di contagio e sui pericoli del fallimento banche, oltre che sulla necessità di maggiore prudenza e vigilanza.

Salvare le banche italiane ed internazionali: opportunità e motivazioni

Le banche italiane, invece, come sono messe?

Come molte altre istituzioni finanziarie internazionali, hanno affrontato diversi problemi negli ultimi anni, tra cui l’alto livello di crediti deteriorati, la scarsa redditività e la crescente concorrenza da parte di nuovi attori nel mercato finanziario. Molte banche sono fallite e/o sono state assorbite, sotto la regia della Banca d’Italia che vuole ad ogni costo evitare i fallimenti o la cattiva reputazione del sistema bancario.

Di fronte a tutte queste sfide e a questi esempi eclatanti internazionali, il salvataggio delle banche è diventato un argomento cruciale per preservare la stabilità del sistema finanziario e per proteggere i risparmiatori e i correntisti, elemento debole del meccanismo.

Sui giornali, alla radio o in televisione, tutti parlano di salvare le banche. Tutti discutono del settore bancario citando probabili fallimenti, frodi, imbrogli, crisi e quant’altro di negativo si possa trovare.

L’argomento riscuote un grande interesse visto che ognuno di noi è cliente di una banca, ha dei soldi depositati oppure ha preso dei soldi in prestito attraverso un mutuo od un finanziamento.

Fallimento banche: salvare le banche è oggi assolutamente un obbligo

Può presentare diverse opportunità, tra cui:

  • Proteggere i risparmiatori e i correntisti, garantendo che i loro depositi e investimenti siano al sicuro e accessibili anche in caso di crisi bancaria. Non mi soffermo sul Bail in e sui fallimenti trascorsi, ma puoi trovarli in altri nostri articoli in questo sito.
  • Rafforzare la stabilità del sistema finanziario, riducendo il rischio di un effetto domino che potrebbe danneggiare altre istituzioni e l’economia nel suo insieme.
  • Migliorare la competitività e la redditività delle banche attraverso la ristrutturazione e la riduzione dei costi operativi, il che può favorire l’accesso al credito e sostenere la crescita economica.
  • Creare opportunità di consolidamento nel settore bancario, permettendo alle banche più forti di acquisire istituti in difficoltà e di espandere la propria presenza sul mercato.

Tuttavia, il salvataggio delle banche comporta anche dei costi e delle sfide, come la necessità di un intervento governativo e l’utilizzo di risorse pubbliche per sostenere le istituzioni finanziarie in difficoltà. Inoltre, il salvataggio può generare il “rischio morale”, ovvero l’idea che le banche possano essere incoraggiate a comportamenti imprudenti sapendo che saranno salvate in caso di fallimento. Ed io aggiungo che le pene per gli amministratori sono sempre troppo blande.

Fallimento banche: il caso Lehman è servito!

Ma in ogni modo è tassativo l’obbligo di evitare il fallimento banche in difficoltà. Le conseguenze che possono derivare da un default bancario non assistito sono incalcolabili e si propagano con effetti inaspettati e devastanti, come abbiamo già visto negli Stati Uniti dove il fallimento della Lehman Brothers nel 2008, che non fu salvata, innescò una grave crisi finanziaria globale.

Il caso della Lehman Brothers ha dimostrato le potenziali conseguenze devastanti di non intervenire per sostenere un’istituzione finanziaria in difficoltà. La bancarotta di Lehman ha avuto ripercussioni a livello globale, causando la perdita di fiducia nel sistema finanziario e innescando una profonda recessione economica che dura ancora oggi.

Di fronte a queste sfide, è importante considerare i diversi fattori coinvolti nella decisione di salvare o meno le banche in difficoltà. Un confronto tra il caso della Lehman Brothers e la situazione delle banche italiane ed internazionali evidenzia la necessità di un approccio equilibrato che tenga conto dei rischi e dei benefici associati a un intervento governativo.

Come si possono evitare rischi e pericoli inutili nel fallimento banche?


Di quali strumenti disponiamo per valutare la serietà e la solidità di una banca?

Sono sostanzialmente cinque i criteri di valutazione veloce in tema di banche:

1) costo del credito
2) liquidità
3) redditività
4) patrimonio
5) titoli tossici in portafoglio

Ci soffermiamo sui primi due visto che gli altri elementi sono espressi attraverso indici o ratios, che ogni banca pubblica e che sono ben noti al mercato oppure non sono accessibili come nel caso dei derivati tossici in portafoglio.


Il costo del credito è quello che fa saltare per aria le banche: indica la massa di crediti deteriorati che vengono messi tra le perdite di bilancio, ossia non sono più ritenuti recuperabili. Una banca seria, dentro questa voce, ci mette le sofferenze reali e non nasconde le poste sotto altre voci di bilancio. Molti istituti continuano (come hanno fatto per decenni) a tenere gli scheletri nell’armadio, classificando le sofferenze come crediti dubbi e quindi recuperabili, quando invece non lo sono.

La liquidità è un altro fattore determinante per una banca e significa “avere soldi in cassa”, cioè un equilibrio tra i soldi prestati e soldi depositati. Chi va in crisi di liquidità può andare su terreni pericolosi. Può vedersi non prestare i soldi dalle altre banche.
Le banche tra di loro sono diffidenti. Diffidenti perché sanno quanto sia facile ingannare attraverso i bilanci.
Sanno molto bene come sia facile apparire in un modo ed essere ben diversi nella realtà.

Una banca che non ha liquidità, se non trova finanziamenti, fallisce.

Cosa fa normalmente una banca in crisi di liquidità?

Si procura denaro emettendo titoli obbligazionari, facendo aumenti di capitale,  attirando i soldi dei clienti correntisti con promesse di tassi fuori mercato.


La cosa più semplice che si fa in una banca? Concedere denaro, prestiti e finanziamenti.
E la più difficile? Recuperare quei soldi se sono stati concessi con leggerezza.

La responsabilità dei banchieri, uomini potenti, ha portato molte banche al fallimento. Le concessioni di credito senza garanzie – e l’ombra della politica sulla gestione degli istituti – ha ridotto il sistema al collasso.
Il fallimento di una banca può avere un impatto negativo su tutto il sistema economico e finanziario del Paese. Comportare conseguenze sociali in termini di perdite economiche e di posti di lavoro per i cittadini.

Le banche svolgono una funzione primaria e sono il filtro dell’economia di un Paese

Il sistema bancario globale continua a riservare sorprese e a non essere del tutto sicuro, come dimostrano i recenti fallimenti di Credit Suisse e Silicon Valley Bank. In questo contesto incerto, è fondamentale che le autorità di regolamentazione e i governi adottino misure appropriate per rafforzare la stabilità e la resilienza del sistema finanziario.

Tra queste misure vi sono la promozione della trasparenza, la gestione prudente del rischio e l’adozione di regolamentazioni più rigorose per prevenire crisi simili in futuro. Ed un controllo serio e continuo, anche se non è facile entrare nei bilanci di una banca.

I benefici potenziali di salvare le banche sono la salvaguardia della stabilità finanziaria e la protezione dei risparmiatori, mentre i costi associati sono l’utilizzo di risorse pubbliche e il rischio morale.

Il settore bancario globale rimane in continua evoluzione e sempre pieno di pericoli.

Solo attraverso un’analisi approfondita delle dinamiche del salvataggio bancario e l’adozione di misure adeguate a gestire i rischi e promuovere la responsabilità degli amministratori, sarà possibile garantire un futuro più stabile e sostenibile per il sistema finanziario globale. Ma i rischi saranno sempre in agguato, il mondo finanziario è complesso e là risiedono le risorse finanziarie mondiali.

Dove sono i veri banchieri ?

Dopo aver letto questo articolo vai alla nostra guida: Come valutare le banche sicure

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