Situazione delle Banche Italiane

Fare chiarezza: Situazione delle Banche Italiane

Bisogna fare chiarezza sulla situazione delle Banche Italiane.

Quante banche ci sono in Italia e qual è la graduatoria delle banche italiane ?

Per decenni ombre e malaffare hanno caratterizzato il settore.

Nel 2017 è scoppiato (per merito della BCE che ha smascherato alcune reticenze) il caso di molte banche ridotte al fallimento.

Alcune sono poi fallite, altre sono state rilevate ad 1 euro da istituti più solidi.

Dapprima venivano diffuse notizie preoccupanti sulla solidità e sullo stato di salute del sistema bancario in Italia.

Poi con dichiarazioni ufficiali tutto veniva smentito. Non c’è mai stata una vera classifica delle banche italiane.

Ma il problema c’era e si è visto!

Non viene fornita una corretta informazione a cittadini e risparmiatori, che invece dovrebbero essere tutelati.

Talvolta prevalgono sulla verità gli interessi particolari di editori, banchieri e politici, legati tra loro da intrecci di potere.

Le informazioni sottostanti rappresentano una sintesi di tutto il materiale di settore reperibile, comprese le testimonianze di colleghi del settore bancario che, con una visione “interna” agli istituti, ci forniscono informazioni di prima mano.

Rischio Bail in

Avrete certamente sentito parlare del Bail in, quella legge recepita dall’Europa in cui gli azionisti, gli obbligazionisti e perfino i correntisti di una banca possono essere chiamati a rispondere del fallimento dell’Istituto.

La situazione dell’Italia si è aggravata a causa del debito pubblico e dei “ricatti” dell’Europa.

Non ci sono più soldi e il bilancio dello Stato non esprime più risorse disponibili.

Tanto meno per salvare le banche in difficoltà, a parte quanto fu fatto col decreto del Governo da 20 mld di euro “salvabanche” sotto il Governo Gentiloni.

Le uniche importanti risorse finanziarie può fornirle la Cassa depositi e prestiti (già coinvolta in alcuni salvataggi, vedi Fondo Atlante).

Le banche sono precipitate nella crisi da quando la Banca Centrale Europea mette il naso nei loro bilanci ed effettua ispezioni dirette nelle loro sedi tirando fuori gli scheletri dagli armadi: le sofferenze e i crediti deteriorati.

NPL: quando le banche italiane hanno “crediti da riscuotere”, ma…

Si parla in questo caso di NPL (Non performing loans).

Si tratta dei finanziamenti concessi che non verranno restituiti agli istituti bancari, per varie ragioni: difficoltà dei clienti, fallimento dei debitori, connivenze nella concessione di affidamenti a chi non era meritevole, e così via.

Questo denaro prestato, che si trova nei bilanci alla voce “crediti da riscuotere”, non rientrerà più.

Sono perdite certe, che non sono inserite nel modo giusto in bilancio. I bilanci non dicono la verità. Le nuove regole europee e gli stress test hanno portato drammaticamente tutto alla luce.

Sono numeri da capogiro. E sono numeri ufficiali forniti dalle banche. Ma le cifre che circolano tra gli addetti ai lavori sembrano essere ben maggiori.

Troppi gli errori, le connivenze, le omissioni di vigilanza sugli Istituti bancari italiani.

Ovviamente, è comprensibile, non si deve fare allarmismo, in quanto il rischio è che i cittadini vadano a ritirare i loro depositi.

E sappiamo bene che con la riserva frazionaria  esiste solo una parte di  depositi reali.

Facciamo chiarezza quindi sulla situazione banche italiane, senza omettere le corrette informazioni.

Di fronte al rischio di Bail in i cittadini hanno tutto il diritto di essere informati. 

Banche italiane dichiarate in difficoltà

Quattro banche italiane sono ufficialmente fallite: Cassa risparmio di Chieti, Cassa Risparmio di Ferrara, Banca delle Marche, Banca Etruria.

Il salvataggio è avvenuto con i soldi versati dalle altre banche italiane del sistema (fondo di risoluzione). Non si è fatto ricorso al Bail in. Ben 130.000 risparmiatori hanno perso i loro soldi.

Monte dei Paschi di Siena: tecnicamente fallita. E’ stata salvata con soldi stanziati dallo Stato (e quindi dai cittadini) per 8,8 miliardi di Euro.

Neppure in questo caso si è intervenuti con il Bail In. Tante ombre su tutta la vicenda, un suicidio a dir poco sospetto, e tutto con la complicità della politica.

Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca

Salvate dapprima con i soldi del Fondo Atlante, costituito con la cospicua partecipazione della Cassa Depositi e Prestiti, hanno bruciato questa capitalizzazione e si trovavano nuovamente a rischio default.

La situazione di queste banche venete solo dopo è apparsa chiara. Hanno palesato ulteriori buchi di bilancio da coprire.

Migliaia di risparmiatori hanno perso i loro soldi o hanno visto svalutare quasi a zero le loro azioni e obbligazioni , comprate con i loro risparmi.

Le azioni non quotate sono passate da 62 euro circa a dieci centesimi di valore. Mentre ad alcuni fortunati è stato consentito di poterle vendere con la connivenza della banca.

A Luglio 2017 le due banche sono state cedute a Banca Intesa con tutta una serie di vantaggi. Si parla di 6,4 mld di euro che lo Stato ci rimetterà (e quindi tutti noi) ed in più, visto che non si è stati capaci di risolvere altrimenti, si è fatto questo enorme regalo ad una Banca che si avvantaggerà sulla concorrenza.

Banca Intesa è stata talmente abile che ha messo nella trattativa anche 2.000 esuberi propri che doveva assolutamente mandare a casa.

…MILIARDI BUTTATI E REGALI EFFETTUATI…

Chi pagherà?

Nel frattempo è stata proposta l’azione di responsabilità verso tutti gli amministratori che ne hanno fatte di tutti i colori, compreso la cancellazione dal server aziendale di tutte le email.

Forse c’erano delle prove gravi sulle loro colpe?

Che fine ha fatto Zonin? Le sue aziende vanno a gonfie vele…

Perchè il trattamento è stato diverso dal Monte Paschi di Siena?

I clienti privati del MPS non hanno avuto perdite mentre per le due banche venete c’è stata la vergognosa offerta di transazione ai poveri clienti che hanno rinunciato a quasi tutti i loro soldi, perdendo in larga parte i loro risparmi.

Però spiccano i diversi trattamenti che sono stati riservati alle varie banche italiane (forse c’entra la politica?…)

Ranking banche italiane

Unicredit

In questa banca, dopo i 12 mld di perdita spesati in bilancio, sembra d’incanto tutto tornato a posto…ma davvero?

Occorrevano ben 12 mld di aumento di capitale, e per fortuna l’operazione è andata a buon fine con investitori istituzionali. C’erano crediti deteriorati (NPL) per 80 mld e 12 mld circa di contenziosi pendenti.

Contenziosi che probabilmente saranno persi dalla banca poiché si tratta di cause intentate per la vendita di derivati finanziari e relative all’anatocismo (interessi su interessi).

C’era stato un serio rischio di Bail poi scongiurato. 

Improvvisamente dal rischio Bail in si è passati nuovamente ad una banca solida, tra le migliori.

Speriamo che tutto sia realmente rientrato nella normalità. Si tratta della banca più grande d’Italia e le ripercussioni sono dirette su tutta la nostra economia.

Deutsche Bank: ha rischiato grosso nell’ultimo anno. Sta chiudendo gran parte degli sportelli retail. Considerata rischiosa, rimane tale, a dispetto del forte brand che le viene riconosciuto dal pubblico inesperto.

Le imprese e le banche tedesche sono impropriamente sempre associate a sicurezza e solidità.

Altri nomi di banche emersi come a rischio sono quelli di alcune Casse di risparmio tra cui spicca la Carige.

Banche giudicate in salute (che comprano asset):

UBI Banca: ha rilevato, a un euro simbolico, tre delle quattro banche fallite (v.sopra).

I suoi problemi potrebbero essere proprio quelli di ristrutturare queste banche. Infatti, i loro bilanci potrebbero non essere trasparenti e nascondere altre perdite, benché epurati dalle poste più critiche.

Credit Agricole Cariparma: solida e liquida. Ha acquisito in Dicembre la Pioneer, società di gestione del risparmio di Unicredit (gioiello di famiglia).

Ha acquisito e integrato tre banche anch’esse tecnicamente fallite: la Carim (Cassa risparmio di Rimini), la Cassa di risparmio di Cesena, la Cassa risparmio di S. Miniato.

BNL BNP Paribas: banca a capitale francese, solida e strutturata, ben posizionata.

Banca Intesa: solida e non desta preoccupazioni, pur in presenza di qualche problema di esuberi. Abbiamo già parlato del grande regalo di Stato (le banche venete!).

Tutto il mondo delle BCC (Banche di Credito Cooperativo): devono essere riformate e per normativa non rientrano nel perimetro a stretto controllo della BCE.

Non si conosce quale sia la reale situazione delle sofferenze e dei crediti deteriorati. Qualche problema starebbe emergendo.

Conclusioni

In questo panorama, mai così drammatico, occorre fare chiarezza nei confronti dei cittadini per metterli al riparo da qualsiasi possibile sorpresa.

Non serve stilare una classifica banche italiane nè un elenco banche italiane nè occuparsi del rating banche italiane tanto quello che succede nelle banche in Italia…realmente nessuno ce lo dice.

Per accumulare risparmi ci vuole una vita, per perderli basta un inganno, una notizia omessa o data in ritardo.

Lo spirito di questa nostra analisi è quello di allertare il pubblico dei risparmiatori, troppo spesso sopito e inesperto per cogliere i pericoli della crisi e del mercato.

Abbiamo svolto una serie di interviste ed è emersa una profonda ignoranza tra i cittadini, l’assenza di una corretta percezione dei rischi.

Non è più il momento di credere che quando si parla di banche ci sia dietro qualcuno che interviene in caso di default. Non è più così…

Fare chiarezza spetterebbe al Governo ed ai mezzi d’informazione.

Questa sembrerebbe anche la convinzione condivisa dei cittadini.

Tuttavia, Bail in a parte, lo Stato Italiano non ha più soldi. E la pressione fiscale è al limite massimo di sopportazione. 

Stiamo comunque all’erta, leggiamo le notizie e informiamoci costantemente.

Come avete visto, da un giorno all’altro, stando ai giornali ed all’informazione distorta, una banca può passare dall’allarme Bail in, al fallimento probabile,  alla improvvisa tranquillità e solidità… mah… facciamo attenzione!!

Vai alla nostra guida “Banca Sicura” per approfondire gli argomenti di questo articolo.

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