autosufficienza energetica domestica

Autosufficienza energetica domestica: raggiungere una piena autonomia

Ti piacerebbe raggiungere una autosufficienza energetica domestica?

Capire come realizzare un impianto autonomo dal punto di vista energetico?

Raggiungere una piena autonomia energetica domestica oggi è possibile, con soluzioni alla portata di chi sappia scegliere la giusta strategia.

Anche questo argomento, avendo a che fare col denaro (tanto denaro di questi tempi) fa parte di una corretta istruzione finanziaria.

Ebbene, vediamo come nasce l’idea di questo articolo.

Nasce, come quasi tutti i post di tf, da uno spunto reale, da una esperienza diretta che ti racconto brevemente. Siamo comunque in tema di sostenibilità ambientale.

Viviamo in una fase drammatica (marzo 2022) in cui imperversa la guerra in Ucraina ed in cui siamo tutti pronti ad aspettarci degli inasprimenti pesanti dei costi energetici.

Ma per il futuro, non per il passato!

Cosa mi è capitato (che potrebbe capitare anche a te!)

Una mattina, trovo nella mia cassetta delle lettere, tre bollette, corrispondenti a tre immobili su cui pago personalmente le utenze.

Le tre bollette riguardano utenze Gas di una nota azienda nazionale –che ha recentemente installato i contatori elettronici a controllo diretto – di cui non faccio il nome per evitare azioni o ritorsioni..

Ebbene queste tre bollette, riferite ad utenze domestiche prima casa, recitano i seguenti importi relativi al primo bimestre dell’anno 2022: rispettivamente euro764, euro 639, euro 599.
Totale euro 2.002,00 (duemiladue euro).

Pari ad uno stipendio medio alto o no?

Ebbene lì per lì, per poco non svengo, considerando che dovessi aspettarmi anche le rispettive tre bollette della energia elettrica, probabilmente altrettanto salate!

Autosufficienza energetica domestica sottoposta al ricatto dei gestori

Dopo una approfondita indagine (immaginate quanta voglia avessi di perdere un intero pomeriggio per riprendere in mano le bollette arretrate e capirci qualche cosa) scopro che:

1)Nonostante l’installazione dei contatori elettronici mi viene calcolato un consumo presunto, non reale!

2)Che tale consumo presunto è quasi il triplo del normale consumo presunto che mi veniva calcolato nelle passate bollette!

3)Che il costo del gas – in queste bollette – è aumentato non di molto (gli aumenti reali sono successivi a questo periodo e non sono ancora stati recepiti, evidentemente).

Ebbene questa è una truffa, penso tra me e me e mi attacco al telefono con spirito bellicoso.

Cosa ottengo?

Che dopo un altro pomeriggio perso, riesco a farmi rettificare le tre bollette – comunicando il consumo effettivo letto (con difficoltà) sui nuovi contatori elettronici. Contatori che dovrebbero garantire una AUTOLETTURA da parte dell’azienda erogatrice, altrimenti perché sono stati installati?

Quindi, post rettifica, attendo fiducioso le nuove bollette sopracitate e con mia soddisfazione scopro i nuovi importi:

-quella da euro 764 diventa di euro 25;
-quella da 639 mi riporta addirittura un credito arretrato di -430 euro e quindi non devo pagare nulla ma scontare il credito nelle prossime bollette;
-l’ultima da 599 euro diventa da euro 450 circa.

Un bel risparmio sui presunti addebiti!

Con addirittura un cospicuo credito arretrato!

Colpa mia che non comunico le letture? Ma allora perchè ci sono i nuovi contatori elettronici collegati alla rete in via diretta?

E’ lecito pensare male delle aziende di erogazione?

Esaurisco il tema con l’altro episodio, che riguarda l’energia elettrica.

Dopo aver – nei giorni successivi- ricevuto anche le tre bollette dell’energia elettrica: euro 655, euro 188, euro 245, ho tentato di fare altrettanto.

Ma questa volta i contatori in autolettura avevano purtroppo funzionato correttamente e quindi i consumi erano reali. Allora ho tentato di cercare sulle bollette quanto fosse il costo al KW che stavo pagando. Ebbene, NON VI E’ TRACCIA ALCUNA DEL COSTO AL KW SULLE BOLLETTE.

Ho dovuto telefonare e subire la melina e le bugie di 2 operatrici (che messe alle strette hanno fatto improvvisamente cadere la linea!).
Finchè, una terza operatrice – minacciata di reclamo diretto con nome e cognome (al telefono viene comunicato il numero dell’operatore) – mi ha letto quello che tutte le operatrici vedono sul loro terminale e cioè il costo Kw per fasce di utenza.
Era raddoppiato! Ma perlomeno la lettura era corretta.

L’arma del reclamo per farsi valere verso le aziende commerciali

Gli operatori e le aziende commerciali, come le banche, temono moltissimo i reclami nell’ambito della customer satisfaction e chiedono addirittura un voto alla fine della telefonata per misurare il vitale indice di soddisfazione del cliente. Quindi è l’unica arma che hanno i consumatori per farsi valere.

Ora, e finisco, mi chiedo: non esistono le Autority sull’energia? Cosa fanno?
I ben pagati funzionari di queste Autorità statali – remunerati con stipendi equiparati a quelli della Banca d’Italia – cosa controllano?

Nelle banche, se non mettessimo i costi sugli estratti conto (devi però saperli leggere) ci applicherebbero multe salatissime e ci chiuderebbero gli sportelli!

E le banche non sono immuni – come le aziende di distribuzione energetica e della telefonia – da numerosi comportamenti spesso poco trasparenti, nonostante le regole sulla trasparenza bancaria.

Siamo, in Italia, ostaggio di Compagnie – spesso governative – che cercano di arraffare denaro ai contribuenti e agli utenti, con tutti i trucchi possibili. E le Autority non fano bene il loro lavoro.

Bene, ho finito lo sfogo.

Ma ho voluto riportarlo perché qualcosa di simile potrebbe capitare anche a Voi che leggete questo articolo, almeno sarete pronti a difendervi.

Ma veniamo all’argomento dell’articolo.


Come raggiungere l’ autosufficienza energetica domestica?

Come svincolarsi da questi ricatti tariffari guadagnando una piena autonomia energetica?

Le tecnologie attuali ce lo consentono, a fronte di un investimento economico che può venire ammortizzato in tempi relativamente brevi.

Sto parlando di un impianto autonomo che sia fotovoltaico, ma non solo, per raggiungere la autosufficienza energetica domestica. Infatti secondo il progetto che mi è stato suggerito questo impianto deve essere anche mini eolico.

L’impianto finale, particolarmente indicato per coloro che hanno una casa autonoma, una villa, un villino, un attico o un terrazzo che lo consenta, prevede le seguenti specifiche generali:

1)pannelli fotovoltaici
2)una o due mini pale eoliche verticali
3)accumulatore di energia (è una normale batteria ad accumulo)
4)inverter e apparecchiature varie che consentono di fare lo switch tra le varie componenti, all’occorrenza.

Come funziona un impianto per la autosufficienza energetica domestica

Su una tettoia o su un terrazzo verranno collocati i pannelli fotovoltaici. Oggi in commercio ce ne sono di svariati tipi, sempre più potenti e sempre più contenuti nelle dimensioni. Esistono anche pannelli fatti a finta tegola da collocarsi sul tetto o sul terrazzo.

Poi, esistono delle efficientissime mini pale eoliche (di cui poco si parla) che possono essere collocate in un punto dove ci sia vento, anche minimo, che contenta loro di azionarsi. Non sono le pale eoliche che ricordi nei paesaggi delle pianure del sud Italia o della Sardegna, sono piccole, e hanno le pale verticali non orizzontali.

Funzionamento impianto per una totale autonomia energetica

Dobbiamo innanzitutto sfatare il mito che dotarsi di un semplice impianto fotovoltaico ci renda energeticamente autonomi.

Infatti, un impianto a pannelli fotovoltaici, produce energia solo poche ore durante il giorno (quando e se c’è il sole) ed è inattivo per tutto il resto del tempo. Così, se abbiamo solo pannelli fotovoltaici, saremo scoperti durante le altre fasce della giornata e costretti a consumare energia di rete.

Invece, un impianto così concepito consente di produrre sia durante le ore assolate tramite i pannelli, sia in continuo (anche quando c’è un alito di vento) con le mini pale eoliche che funzionano anche di notte. Ed accumulare l’energia prodotta in eccesso, nelle batterie (accumulatori simili a quelli delle automobili – uno dei più gettonati è quello prodotto dalla Tesla).

Efficienza energetica e produzione continua 24h su 24h

Infatti, il vero problema di un impianto non è il picco di produzione, ma la distribuzione dell’energia quando serve e cioè durante tutta la giornata o durante la notte.

Esigenza che un impianto esclusivamente fotovoltaico non può soddisfare. Una volta, quando si costruirono i primi impianti di molti anni fa, c’era lo scambio di energia con la rete e vi era una convenienza nel fare questo, l’energia veniva ben pagata. Quindi anche un impianto solo fotovoltaico assicurava un bel risparmio e guadagnava nello scambio e nella vendita di energia.

Ma oggi, finiti gli incentivi, non è più così o lo è in modo non sufficiente.

Ecco l’esigenza di un impianto misto, come quello proposto.

I nostri consumi saranno regolati in questo modo:

Andranno “in diretta” se i due impianti stanno producendo energia in quel momento (fotovoltaico ed eolico) e tutta l’energia non consumata sarà accumulata nelle batterie, le quali entreranno in azione quando non si stia producendo “in diretta” l’energia.

E, in ultima ipotesi, quando non si sta producendo e quando anche le batterie saranno state scaricate dai consumi, si utilizzerà l’energia di rete.

Tutto questo lavoro lo faranno apparecchiature elettroniche (inverter) che dirigeranno letteralmente il nostro traffico energetico proveniente da questo o da quel dispositivo, ottimizzando l’energia disponibile.

Tecnologia elettronica in continua evoluzione.

Ebbene, non sono un tecnico e quindi non suggerirò prodotti o aziende, ma ho voluto indicare una strategia e una struttura energetica che attualmente sembra la migliore per staccarsi dalle reti nazionali.

Se la potenza dell’impianto sarà sufficiente (magari 6KW o 10 KW – questo dato è soggettivo), potremo uniformare tutti i nostri impianti di produzione (riscaldamento, acqua, condizionamento, ecc.) alla energia elettrica, staccandoci dalla dipendenza dal gas.

Esistono caldaie ad energia elettrica invece che a gas. I condizionatori con inverter già li conosciamo. Le auto elettriche – che consiglio vivamente se si ha almeno un box o uno spazio privato per installare una colonnina – le tratterò in un prossimo articolo, basandomi sulla mia reale esperienza (sono passato alla mobilità elettrica da agosto 2021 e ne sono entusiasta).

Installando un sistema così congegnato, con un investimento iniziale che si può anche pagare ratealmente (ci sono varie formule che si possono attivare), ci renderemo autonomi PER SEMPRE a livello energetico facendo un enorme favore all’ecologia, a noi stessi, al pianeta.

Sarà come incassare uno stipendio mensile importante, dato dal risparmio sul pagamento delle varie bollette e sul pagamento della benzina e del gasolio, specialmente se acquisterete un’auto elettrica (vaie alla guida sulle auto elettriche auto elettrica conviene).

GS

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